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Benchmarking Ssr: Calabria
Si calcola il benchmark di spesa sanitaria per gli anni dal 1990 al 2013 e lo si confronta con i dati di spesa della Calabria.
Tra il 1990 e il 1997, la Calabria ha utilizzato risorse inferiori allo standard: circa 160 milioni di Euro all’anno al di sotto dello standard che, accumulati, ammontano nel 1997 a circa 1,4 miliardi di Euro.
Dal 1998 in poi, lo scenario si inverte e la Calabria comincia a utilizzare più risorse dello standard. Tra il 1998 e il 2006 la maggior spesa è di circa 100 milioni di Euro all’anno che, sommati alle minori risorse utilizzate sino al 1997, danno una cumulata di circa 645 milioni di Euro. Ancora nel 2006, quindi, la somma delle risorse utilizzate dal Ssr della Calabria a partire dal 1990 è inferiore allo standard. Si può sostenere che tra il 1990 e il 2006 il Ssr della Calabria è stato sottodotato di risorse finanziarie.
Tuttavia, a partire dal 2007 la maggior spesa annuale rispetto allo standard si acuisce e, parallelamente, anche la cumulata delle risorse utilizzate diviene superiore allo standard. La cumulata si annulla tra il 2007 e il 2008 e poi diminuisce sempre più sino a raggiungere il valore di -2,3 miliardi di Euro nel 2013.
In una lettura di insieme, sembra che le risorse per il Ssr abbiano, nel corso degli ultimi 20 anni, sofferto di un forte overshooting: dapprima significativamente inferiori allo standard, poi significativamente superiori.
Gli scarti percentuali dal benchmark mostrano chiaramente i termini di questa oscillazione: tra il 1990 e il 1997 la Calabria resta sotto il benchmark mediamente di 10 p.p.; poi tra il 1998 e il 2006 gli scarti medi diventano positivi, con la Calabria sopra il benchmark di circa 4 p.p.; e nella parte finale, tra il 1997 e il 2013, gli scarti positivi si ampliano e la Regione si posizione sopra il benchmark mediamente di 12 p.p..
Il grafico seguente, tratto dalla Scheda, mostra la spesa pro-capite standardizzata della Calabria e la confronta con due benchmark: la media Italia e la media delle sei Regioni più virtuose:
Questa forte discontinuità rende complesso adesso giudicare la sovraspesa della Regione rispetto allo standard, perché tanti anni di sottodotazione - almeno dal 1990 al 1997 ma anche oltre se il riferimento va alla media Italia e non alle sei Regioni “migliori” - lasciano sicuramente il segno sull’organizzazione, sulla disponibilità di strumentazione, sulla capacità di programmazione, con effetti negativi sia sull’efficienza che sulla qualità delle prestazioni. Tra l’altro, andrebbero esplorati anche gli anni precedenti il 1990, perché la sottodotazione potrebbe aver interessato non solo gli anni ’90.
Un punto in più, rispetto a quelli già segnalati nella precedente Scheda “Puglia” per considerare con estrema cautela la sovraspesa che la Calabria fa registrare dal 2007 a oggi, che pure ammonta a ordini di grandezza di rilievo (circa il 10% della spesa corrente Ssr).
Da un lato gli scarti dal 2007 a oggi e soprattutto quello del 2013 testimoniano l’esistenza di importanti spazi di efficientamento della spesa corrente. Dall’altro lato, bisogna aver chiaro che:
- L’Italia e le sue Regioni dedicano al Ssn meno risorse, in termini di Pil, rispetto alle realtà internazionali direttamente comparabili. Efficientamenti di spesa corrente non dovrebbero esser finalizzati a tagli, ma a liberare risorse da riutilizzare e reinvestire nella sanità;
- In particolare, il riassorbimento del gap interregionale di qualità delle prestazioni, di disponibilità infrastrutturale/strumentale e di copertura dei nuovi fabbisogni socio-sanitari richiede che i risultati dell’efficientamento della gestione corrente si riversino costantemente a rinforzare i punti deboli oggi esistenti (una guideline che non riguarda solo la Calabria o la Puglia esaminata nella Scheda precedente);
- La complessità dei Ssr e il rilievo sociale delle loro funzioni obbligano a fare dell’efficientamento un percorso serio e certo, ma graduale, di modo da non compromettere l’erogazione delle prestazioni;
- In più, quando le risorse utilizzate dai Ssr mostrano discontinuità temporali come quella rilevabile nel caso Calabria, il giudizio sulle correzioni di spesa da richiedere non può non tener conto delle complicanze indotte da periodi, anche lunghi, di sottodotazione finanziaria.
Le inefficienze di spesa attuali della Calabria non vanno sminuite e sottovalutate, ma la loro risoluzione passa anche per contestualizzazione completa delle loro possibili concause. Non facile, di certo, tradurre questo giudizio complessivo in azioni di policy incisive e nel contempo equilibrate.
Sarà interessante ripetere l’esercizio annualmente, per verificare i cambiamenti in corso. Lo stesso metodo di confronto può essere applicato anche a sottovoci importanti della spesa sanitaria, come la spesa farmaceutica territoriale (i Rapporti Osmed ne riportano il profilo di spesa pro-capite per fasce di età che può esser utilizzato per inizializzare l’algoritmo).
Prossimo appuntamento: Scheda sul Ssr della Sicilia.
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