La Corte Costituzionale si lascia fraintendere

Nel dibattito su liberalizzazioni compaiono e ricompaiono i riferimenti alle sentenze della Corte Costituzionale e della Corte di Giustizia Europea.

Sia sulle pensioni (interventi riequilibratori sui trattamenti retributivi) che sulla distribuzione del farmaco, la Corte Costituzionale ha negli ultimi anni emesso sentenze opinabili in alcuni passaggi (col massimo rispetto che Le si deve, anche la Suprema Corte è fallibile) ma soprattutto facilmente fraintendibili in come premesse, giudicato e dispositivo sono collegati tra loro. Un simile argomento può essere ripetuto anche per la Corte di Giustizia Europea.

Soprattutto di fronte a questioni che riguardano ambiti settoriali pieni di specificità tecniche e con evoluzioni normative non sempre lineari, le Corti tendono a dare prevalenza al giudizio di conformità formale rispetto all'esame sostanziale. Il primo spesso si sintettizza nel riconoscere che, se il Legislatore Ordinario o il Legislatore Nazionale ha valutato che la maniera più idonea per realizzare gli obiettivi costituzionali della salute pubblica o dell'eguale trattamento di tutti i cittadini... è prevedere questo e quest'altro ..., allora l'assetto che già esiste, con tutte le sue caratteristiche, è lecito, valido e confermabile.

Ma le due Corti non possono essere ridotte a funzioni di mera giustificazione o razionalizzazione ex post dell'esistente. Loro malgrado diventano, se così è, degli scogli insormontabili al cambiamento e alle riforme, anche a rischio di essere usate proprio in questa funzione di rallentamento sine die o di "boicottaggio".

Si allegano cinque scritti:
 
Tre riguardano l'assetto normativo-regolatorio della distribuzione del farmaco, con focus sulle sentenze della Corte Costituzionale e della Corte di Giustizia Europea:
1. Le Farmacie nel Diritto dell'Economia;
2. Farmacie e distribuzione del farmaco: non c’è contrasto tra Agcm e Corte costituzionale, né tra Commissione Ue e Corte di Giustizia;
3. La Corte Costituzionale e le Farmacie nella Sentenza n. 216/2014.

Il quarto scritto si riferisce invece al tema delle pensioni e a come le proposte di correttivi agli assegni retributivi sono state valutate dalla Suprema Corte:
4. Quali correttivi per le pensioni alte?.

Il quinto scritto è una proposta - che non vuole assolutamente apparire irriverente e offensiva per la Corte - su come aiutare la Corte a bilanciare meglio forma&sostanza nei giudizi di costituzionalità e nella formulazione delle sentenze. Un passaggio importante, che punta direttamente ad avvicinare Costituzione formale e Costituzione reale:
6. Portiamo la Law&Economics in Corte Costituzionale.

Non corrisponde al vero dire che la Corte Costituzionale e la Corte di Giustizia abbiano una volta per tutte, con le sentenze degli anni passati, stabilito che la distribuzione del farmaco (e in particolare la pianta organica delle farmacie) non vada riformata. 

Mutatis mutandis, la stessa cosa può essere affermata sul fronte delle pensioni.

E, poichè stiamo entrando in una stagione di ampia ristrutturazione dell'economia, c'è da attendersi che innanzi alla Corte possano finire questioni riguardanti altri ambiti, altri settori piccoli e grandi dove i cambiamenti pongono necessità di aggiustamento in capo agli operatori già attivi e, nel contempo, aprono potenzialità per i nuovi, per i giovani.

Prima si fa chiarezza su come interrogare la Corte (in quale maniera presentare le questioni inannzi alla Corte) e su come valorizzare il Suo alto magistero, prima ci si mette al riparo da incertezze e fraintendimenti istituzionali che potrebbero condizionare in profondità il corso delle riforme, arrivando anche a bloccarlo come da anni si assiste nella distribuzione al dettaglio del farmaco.

Alla Suprema Corte va portato lo stesso rispetto che si deve avere per la Costituzione di cui Essa è garante, ma, come è lecito e in alcuni momenti storici anche necessario lavorare a modificazioni della Costituzione, allo stesso modo si possono valutare riforme della Corte Costituzionale. Alcune proposte sono avanzate nello scritto Portiamo la Law&Economics in Corte Costituzionale.

Ncs

P.s.: Il tema complesso di amalgamare e equilibrare forma e sostanza, logica del Diritto e logica dell'Economia, nelle sentenze non riguarda solo la Suprema Corte e la Corte di Giustizia Europea. Per portare un altro esempio relativo al welfare e al sistema pensionistico, nel 2010 la Sentenza n. 3.240 della Corte di Cassazione ha sollevato dubbi e obiezioni simili a quelli qui descritti per le decisioni della Corte Costituzionale. Nel commento alla Corte di Cassazione (che si allega assieme agli altri documenti) si sottolinea un aspetto in più: se le Corti sono chiamate a esprimersi su tematiche lasciate "colpevolmente" incomplete e disordinate da parte del Legislatore ordinario, l'incomprensione o addirittura la collisione tra logica del Diritto e logica dell'Economia può manifestarsi più facilmente. Le Corti sono chiamate, "loro malgardo", a supplire al Legislatore ordinario.