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Lezioni dallo Shock Gas
I timori che l’approvvigionamento di gas potesse non bastare per l’autunno-inverno 2022-2023 si sono rivelati infondati. E forse dallo shock causato dalla guerra in Ucraina, che a portato i prezzi del gas a triplicarsi nel giro di alcuni mesi, si possono trarre anche indicazioni utili per il futuro, come spesso è avvenuto dopo le crisi economiche.
I dati di consumo di gas e di produzione industriale e di energia elettrica, a cavallo della fiammata dei prezzi energetici che ha avuto il suo apice negli ultimi mesi del 2022, fornisce alcuni elementi per ipotizzare una buona capacità di reazione delle scelte di famiglie e imprese al prezzo del gas e dell’energia elettrica.L’evidenza non deve certo essere banalizzata, sia perché per qualunque bene normale accade che aumenti dei prezzi inducano riduzioni delle quantità consumate, sia perché si devono tenere in conto (come in effetti avvenuto con sussidi e aiuti tariffari) anche le ricadute di contrazioni dei consumi sul benessere e sulla sostenibilità, soprattutto delle fasce meno abbienti di reddito e dei settori più esposti dell’economia. L’aspetto incoraggiante risiede nelle proporzioni di cui si è ridotto il fabbisogno (volumi) di gas, e conseguentemente anche di energia elettrica, e nella sufficiente resilienza espressa dal sistema socio-economico, ormai a più di due anni dall’inizio dello shock dei prezzi (maggio/luglio 2021).In particolare, la risposta attiva dei consumi di gas, alle condizioni difficili del mercato, lascia in eredità al prossimo ciclo <2023-2024> un livello di scorte significativamente più elevato della media, e questo faciliterà sia le operazioni di riempimento dei depositi sia quelle di successiva estrazione nel prossimo ciclo.Un anno, il 2022, che si chiude con il 9 per cento in meno di consumi complessivi di gas, e un ciclo “gas”, da ottobre a marzo successivo, che si chiude con il 50 per cento in più di scorte, senza specifici allarmi né sul fronte delle famiglie né su quello della produzione industriale, lascia intravedere delle potenzialità di efficientamento dei fabbisogni che bisognerà valorizzare al massimo, nell’interesse degli utenti finali, della competitività del sistema Paese e della diversificazione delle fonti energetiche lungo la transizione ecologica.Se le crisi possono avere un qualche aspetto positivo, è proprio nello stimolo al cambiamento e al miglioramento, anche sotto la pressione del “segnale” dei prezzi che, fatte salve le tutele per individui e famiglie in condizioni di maggior bisogno, per il futuro non andrebbe mai compensato e annullato interamente, per dare micro-fondazioni alla transizione e suscitare e unire gli sforzi di tutti nel concretizzarla senza esitazioni e ripensamenti.Qui le considerazioni a partire dai dati GIE e ISTAT: Alcuni Commenti a partire dai consumi di Gas dopo lo shock .
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