CECA, CED, Europa

Adesso che l'Europa si sta sforzando di mettere in piedi rapidamente una forza militare comune e un esercito europeo, è importante ripercorrere i fatti che nei primi anni '50 videro comparire sulla scena la CED di lì a poco archiviata, e anche domandarsi che cosa potrebbe accadere oggi se, ormai un quarto di secolo fa, non fosse stato adottato l’Euro, che delle riforme funzionali incrementali, con cui l'Europa che oggi esiste è stata gradualmente costruita, è stata quella più grande e anche quella di maggior contenuto politico.

De Gasperi usava ripetere che i passaggi costitutivi decisivi erano la difesa e la moneta, più la difesa che la moneta. Non fece in tempo e vedere nessuna delle due. Oggi la moneta unica esiste e lo scoglio resta la difesa comune, che è diventata urgente e, il cielo non voglia, forse di sopravvivenza.

Se ne occupa questa Nota di Reforming, che racconta dell'occasione mancata della CED, quando i tempi erano per molti versi più favorevoli degli attuali alla costruzione di una difesa comune europea.

Ma la Nota sottolinea anche i benefici strategici geopolitici che l'Euro adesso offre di fronte alla politica monetaria e commerciale aggressiva verso cui sta virando l'America di Trump.

<<  Sia l’esempio storico dell’occasione perduta della CED che i vantaggi strategici di avere l’Euro per ragioni geopolitiche, oltre che strettamente economiche, fanno intendere come vadano senza dubbio sostenuti i tentativi  in questi giorni in corso di dare avvio a una azione costitutiva di una comunità di difesa e in particolare di forze armate europee. Ci sta provando la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, ci sta provando anche il Presidente francese Macron. Se non ci sono più i venti favorevoli degli anni Cinquanta, adesso però ci sono condizioni di tale minaccia e rischio per l’intera Europa che potrebbero fare la differenza e spingere a scegliere e agire. 

Non sarebbe la prima volta che l’Europa si smuove perché obbligata da fatti esterni e per evitare il peggio o la caduta. Certo, sarebbe molto meglio, più entusiasmante e coinvolgente dal punto di vista dei cittadini e delle giovani generazioni, se i progressi di unificazione fossero compiuti  volontariamente e liberamente, senza condizionamenti esterni per giunta di natura ostile. Ma è il momento di essere realisti e concreti e compiere qualunque passo avanti e ragionare su risorse, procurement settoriale europeo, uomini, mezzi, organizzazione, anche se questo implicasse restringere il primo nucleo dell’Unione militare ai sei Paesi fondatori CECA⎼CED di settanta anni fa. Non è più l’epoca eroica dell’Europa e neppure dell’Italia, ma Adenauer, De Gasperi, Pleven e Churchill sarebbero d’accordo, con la benedizione filosofica di Nietzsche. Diversamente dagli anni Cinquanta, questa volta però l’America non lo sarebbe, ma è necessario interrompere il ciclo nefasto dell’”eterno ritorno” e tirare fuori le capacità dell’oltre-Europa o della super-Europa. È tempo di crescere. >>

              Red. Ref.