La Corte Costituzionale sulla Robin Tax

È di Febbraio 2015 e Reforming, concentrato su analisi riguardanti in modo specifico welfare system e mercato del lavoro, non ha commentato ‘in diretta’.

Si tratta di una sentenza molto importante, che merita di essere letta e valutata in tutti i suoi possibili risvolti, adesso che la Corte Costituzionale è sempre più spesso chiamata a esprimersi su scelte di politica economica.

Per la prima volta la Corte si pone in maniera esplicita il problema di cercare un bilanciamento tra i principi costituzionali <<tradizionali>> e il principio di nuova acquisizione del pareggio di bilancio di cui all'articolo 81 della Carta Costituzionale.

La retroattività delle pronunce di illegittimità incostituzionale possono incontrare limitazioni nell’esigenza di contemperare gli effetti derivanti dall’eliminazione tout court della norma censurata con la tutela di altri principi costituzionali che potrebbero riceverne detrimento.

Si apre, in altri termini, uno spazio di flessibilità giuridica che può essere importante come base per la flessibilità di policy necessaria ad affrontare le fasi congiunturali avverse, durante le quali sono molteplici i principi e i diritti costituzionali che possono trovarsi a repentaglio.

Ovviamente, sia le scelte del Legislatore ordinario che quelle del Giudice costituzionale (nel momento in cui valuta i termini di retroattività) devono rispondere a criteri di ragionevolezza e proporzionalità. La flessibilità non può tradursi in arbitrarietà.

Se si è entrati – come pare – in una stagione in cui le tante riforme in corso e in arrivo potranno, in toto o in parte, diventare oggetto di dibattimento innanzi alla Suprema Corte, una prospettiva come quella che emerge dalla Sentenza n. 10-2015 potrà rivelarsi risolutiva per tenere assieme forma e sostanza del Diritto, Law & Economics, Costituzione formale e Costituzione reale.

Si allega: il testo della Sentenza n. 10-2015 e un commento a cura dell'Assonime che ne riassume i principali aspetti.

Ncs