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Irresistibile "fascino" del contante
I rischi dell'uso del contante nel regolare gli scambi non riguardano solo l'evasione, ma il riciclaggio dei proventi di attività illecite e criminali e il finanziamento del terrorismo. In un Paese come l'Italia, in cui è purtroppo forte la presenza del crimine organizzato (le mafie), le possibilità di riciclaggio andrebbero ridotte il più possibile. Ma non è solo la normativa italiana a non riuscire a liberarsi definitivamente del contante. La cornice normativa europea, così stringente su altri aspetti riguardanti la finanza pubblica e il coordinamento della politica economica, continua invece a mantenere maglie molto larghe sul tema del ricorso al contante, nonostante i problemi di trasparenza e legalità interni a ogni singolo Stato Membro si presentino immediatamente come minacce per l'intera Unione con mercati aperti e integrati, mobilità dei capitali e mobilità dei professionisti e dei cittadini. Riccardo Campi, un vecchio lettore e amico di Reforming.it, fa il punto in maniera sintetica ma fornendo punti essenziali della questione.-----Benché di solito sostenuta come misura anti-evasione, la limitazione nell'uso del contante trova la sua ragione soprattutto nella prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo.Al solito le controversie politiche portano confusione sulle norme in vigore. Dal 2007, anno della sua prima comparsa, si contano ben quattordici versioni della norma contente i limiti all'utilizzo del contante e cinque versioni delle relative sanzioni.Premessa - Necessità di monitoraggio e prevenzione del riciclaggio di denaroCome noto, il riciclaggio (money laundering) è il comportamento attraverso il quale vengono resi utilizzabili i proventi di attività illecita, che si tratti di spaccio di droga, traffico di esseri umani, di opere d'arte, di flora e fauna protette, di tangenti, dei "frutti" dell'evasione fiscale.L'evasione è probabilmente il meno socialmente pericoloso degli illeciti appena elencati, anche se può essere prodromica ad altro grave illecito (es. costituzione di fondi neri per il pagamento di tangenti).La normativa di prevenzione della attività di riciclaggio è stata a lungo oggetto di discussione e di coordinamento nell'Unione europea, in quanto la libertà di movimento di capitali, merci e persone nel territorio europeo permetterebbe ai criminali, in assenza di monitoraggio, infinite possibilità di "ripulitura" di fondi.Senza un sistema di monitoraggio potremmo, solo per fare un esempio, simulare una compravendita immobiliare in Lapponia per "legalizzare" denaro proveniente dal traffico di stupefacenti a Ibiza.Il sistema di prevenzione europeoIl sistema di prevenzione europeo è stato formalizzato nelle Direttive 2005/60 e 2006/70, poi abrogate e sostituite dalla Direttiva 849/2015.Questa Direttiva coinvolge Enti operanti nei settori creditizio e finanziario, Professionisti che si occupano di tematiche economiche, finanziarie e legali (soprattutto i Notai), Agenti Immobiliari, soggetti coinvolti in attività a rischio come la gestione di Case da gioco, il commercio di opere d'arte, etc..Ma coinvolge anche chiunque operi per contanti su operazioni con un valore ≥ 10.000 Euro. Questo limite vale sulla operazione unitaria, non sulla singola transazione/rata in cui l'operazione fosse eventualmente suddivisa..Il sistema si basa su questi pilastri:- Adeguata verifica della clientela (identificazione, individuazione di persone politicamente esposte),- Identificazione del titolare effettivo (se l'operazione è svolta tramite fiduciari/intermediari),- Segnalazione alle Autorità di operazioni e/o comportamenti sospetti.Il limite alle operazioni in contanti - Normativa Europea e sua applicazioneIl limite alle operazioni in contante è fissato all'art. 11 della Direttiva 849/2015 (recepita dal D.Lgs. 231/2007 e successive modificazioni e integrazioni). Attualmente è pari a 10.000 Euro e scende a 2.000 Euro per le operazioni di Case da gioco.La Direttiva lascia liberi gli Stati Membri di vietare del tutto le operazioni in contanti, oppure di obbligare alla identificazione dei soggetti a rischio e alla valutazione del rischio a livello di singola operazione. La normativa europea è di difficile applicazione, tanto che diversi Stati Membri (inclusi Italia, Francia, Spagna) hanno nel tempo optato per la introduzione di tetti alle operazioni che possono avere luogo in contanti.Il capitolo lussemburghese di ECC ha predisposto un prospetto riassuntivo dei limiti in vigore nei vari Paesi. Il prospetto non è datato e, almeno per quanto riguarda l'Italia, è riferito al limite in vigore fino al 31/12/2015 e che dovrebbe ritornare in vigore (a meno dei cambiamenti di cui si sta discutendo in attesa dalla Legge di bilancio per il 2023) a partire dall' 1/1/2023.Quindici paesi su ventisette non hanno un divieto di utilizzo del contante, pur mantenendo l'obbligo di identificazione per operazioni da 10.000 Euro in su.Un secondo limite, da considerare attentamente, è l'obbligo di dichiarazione in Dogana di contanti o valori al portatore non inferiori a 10.000 Euro, una norma comune che vale per ogni transito da o per il territorio dell'Unione europea (cfr. art.3 del Regolamento 1672/2018 e art.3 del D.Lgs. 195/2008 (ex art.3 D.L. 167/1990).Ultima annotazione degna di nota è una Opinion datata 15/3/2022 della Banca centrale europea e richiesta dal Banco de España sulla ipotesi di abbassare il limite delle operazioni cash sotto i 1.000 Euro . Secondo la BCE, che cita la Corte di Giustizia UE (Caso 422/19: Divieto di pagamento cash del canone TV), il limite proposto sarebbe sproporzionato per le finalità della Direttiva 849/2015, ed eccessivamente penalizzante per le persone svantaggiate.Il limite alle operazioni in contanti in ItaliaIn Italia, il limite delle operazioni in contanti è stato sempre materia di contesa politica, tanto da generare una enorme confusione sulla normativa in vigore. L'art. 49 D.Lgs.231/2007 ha infatti subito ben tredici revisioni da quando è comparso a oggi:Evoluzione del limite alle operazioni in contanti in Italia, dal 2007 a oggiIl tetto attuale è a 2.000 Euro e come si è detto, in mancanza di modifiche, è previsto scendere a 1.000 Euro dal 1 Gennaio 2023 (art. 49, comma 3-bis del D.Lgs. 231/2007).La sanzione per la violazione del limite varia da 3.000 a 50.000 Euro, con un minimo del 10 per cento della somma trasferita in violazione alla legge (art. 63).Qui di seguito la cronistoria delle modifiche intervenute nella normativa italiana. Alcune di loro non hanno toccato il limite, ma i vincoli sul ricorso a strumenti equiparati al contante: -
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