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Le Risorse per il Welfare del Futuro
Le risorse per il welfare del futuro
Insufficienza del pay-as-you-go e disegno multipilastro
(in Diritto delle Relazioni Industriali, n. 1-2015)
«Many intellectuals in the US and Asia believe that European social welfare policies should be a blueprint for action in their own countries.
But those policies, financed by high taxes and costly mandates on business, are mainly responsible for the enormous increase in European unemployment during the past decade and a half.
This “European disease” is hardly a model for other Nations».
Gary Becker, 1992 Nobel laureate, Chicago University,
Business Week, 8th of April 1996
«Yet, as the UK and Western Europe contemplate adapting more to the “American model”, it is worth noticing a more menacing side. Economic ine-quality has continued to widen.
All the rungs on the economic ladder are now further apart than a generation ago, and the space between them continues to spread.
This widening of inequality leads to distress and misery for those at or near the bottom and anxiety for those in the middle. Left unchecked it could also undermine the stability and moral authority of the Nation».
Robert Reich, former US Secretary of Labour, Brandeis University,
Financial Times, 3rd of March 1997Ma se è auspicabile che gli Stati Uniti non imitino tout court l’Europa (Gary Becker) e, nel contempo, altrettanto auspicabile che l’Europa non imiti tout court gli Stati Uniti (Robert Reich), e se entrambi i modelli stanno sperimentando difficoltà e problemi di sostenibilità, allora quale futuro progettare per i welfare system? Quello europeo e quello statunitense sono i due principali (per certi aspetti unici) macromodelli strutturati di welfare esistenti al mondo. Questo scritto prova a suscitare riflessioni, avanzando chiavi di lettura e alcune proposte.
Il finanziamento del welfare ha bisogno di un rinnovamento di concezione e di struttura. Così come lo osserviamo oggi, è il frutto di condizioni economiche e sociali che non esistono più. Insistere con gli assetti attuali, sia sul lato degli istituti di spesa che su quello del reperimento delle risorse, significa chiudersi in un cul-de-sac da cui sarà sempre più difficile riemergere. I numeri mostrati in questo scritto evidenziano che il problema non è solo italiano, e nemmeno soltanto europeo. Si ha di fronte una sfida di cambiamento che, trasversale a tutte le forme di ripartizione (pay-as-you-go pubblico, mutualità privata e pooling assicurativo), coinvolge anche gli Stati Uniti. Non è una competizione tra pubblico e privato, o tra modello europeo mediterraneo e modello continentale, o tra sistemi a radici europee e sistemi a radici americane.
Questo messaggio non vuole in alcun modo apparire carico di pessimismo malthusiano. Non si sta sostenendo alcuna ineluttabile legge di decadimento. Sulla base di dati demografici ed economici e di elaborazioni su proiezioni ufficiali dei Paesi occidentali, si pongono in evidenza i termini di una sfida che può e deve essere raccolta. La prospettiva che si propone è positiva e soprattutto profondamente welfarista. Mettere in evidenza i punti deboli degli assetti attuali dei welfare system significa preoccuparsi del loro mantenimento e della loro continuità nel prossimo futuro. Significa aver chiara l’importanza del welfare system per l’equilibrio della società e dell’economia.
Se forse la prima parte dello scritto può sembrar soffrire di un po’ di pessimismo malthusiano (quando si descrive il carico del pay-as-you-go e le sue tendenze alla crescita), la seconda parte sicuramente aggiunge diversi spunti per una visione costruttiva. Al centro di questi spunti c’è l’idea dei Fondi Welfare, che però non si esaurisce in sé ma funziona anche come raccordo per altre innovazioni di struttura, come la diversificazione degli istituti del welfare system (praticabile solo se si irrobustiscono le fonti di finanziamento), l’avvio di schemi di selettività nell’accesso alle prestazioni (con esenzioni e abbattimenti in base a reddito/patrimonio e condizioni sanitarie del singolo e/o della famiglia), la revisione sistemica e organica della fiscalità riservata agli istituti/strumenti di welfare.
Più la visione riesce ad essere ampia, tenendo assieme questi tasselli e curandone il raccordo all’interno del sistema economico-sociale, meglio ogni tassello riuscirà a esprimere proprietà positive. Il Fondo Welfare va visto come il miglior alleato del pay-as-you-go pubblico per confermare, nei decenni a venire, la stessa adeguatezza di risorse su cui i welfare system hanno potuto contare per il loro sviluppo nel Novecento. Il dibattito sui Fondi welfare potrebbe essere inserito in un processo di coordinamento aperto tra Partner europei.
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Sommario:
1. Il problema “a colpo d’occhio”
2. Introduzione
3. Il PayGo nei programmi di Stabilità
4. Il PayGo pubblico e privato: davvero diversi?
5. Quale modello per il futuro?
6. La proposta del Fondo Welfare
7. Conclusioni
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