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Come dare selettività alla CIG COVID19?
Il nuovo decreto “Agosto”, che si avvia al suo iter parlamentare, introduce selettività della CIG a causale COVID19 rispetto al fatturato di impresa.
E se invece la selettività fosse rispetto all'importo della mancata retribuzione che deve essere integrata?
Si discutono le complicazioni del ricorso al fatturato e si avanza una proposta alternativa che potrebbe esser presa in considerazione: la proposta Reforming.
Dalle conlusioni:
<< Sui parametri adottati si può certamente discutere, ma il punto centrale della proposta è sganciare la selettività delle integrazioni COVID19 dal fatturato del datore di lavoro (come invece è adesso nel DL “Agosto”), e basarla invece sull’ammontare della mancata retribuzione per il lavoratore, attraverso percentuali di integrazione decrescenti e un tetto unico erga omnes, con poche temporanee modifiche alle regole di calcolo fissate dal Jobs Act.
Si eviterebbero le approssimazioni e le controindicazioni implicate dal riferimento al fatturato, dato conoscibile solo con ritardo e, soprattutto, non sempre in fase o temporalmente coincidente con l’andamento della produzione, delle vendite e dei pagamenti. Si eviterebbe altresì di passare attraverso l’autocertificazione e la sanatoria ex-post.
Tutto considerato (percentuali decrescenti e tetto unico), la percentuale finale di integrazione sarebbe significativamente maggiore per i percettori di retribuzioni basse e medio-basse, che è una delle finalità della casuale COVID19 che si muove al di fuori dei normali “binari” assicurativi della CIG.
Tuttavia, questa accentuata capacità distributiva si realizzerebbe in un contesto in cui le prestazioni CIG sono meno generose che nella normalità del Jobs Act, soprattutto per le fasce retributive elevate.
Da un lato le prestazioni CIG si adeguerebbero alle difficoltà del momento; dall’altro lato si assegnerebbe un compito più importante al contrasto di interessi tra datori di lavoro e lavoratori, che può essere molto utile per evitare il ricorso a Cassa quando le condizioni non lo richiedono e i problemi possono essere fronteggiati e superati con sforzi organizzativi interni. Preazioni meno generose di Cassa stimolerebbero i lavoratori (soprattutto quelli delle fasce retributive più elevate) ad affrontare il contraddittorio col datore di lavoro che volesse usare impropriamente la Cassa o che, autorizzato, tirasse le ore autorizzate anche se ne frattempo le condizioni fossero evolute in meglio.
In questa fase di applicazione della causale COVID19, in cui le procedure della Cassa sono semplificate e velocizzate e le richieste autorizzate tout court, una maggior responsabilizzazione di tutti i soggetti coinvolti è auspicabile. E la proposta appena descritta tenta di andare proprio in questa direzione, sia con la riformulazione del calcolo della integrazione per scaglioni, sia con il ticket di tiraggio modesto ma applicato a tutti i datori. >>
Per i punti della proposta Reforming si rimanda alla lettura della Nota.
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