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Farmaceutica e Legge per la Concorrenza
Finalmente si concretizza la Legge Annuale per il Mercato e la Concorrenza.
Condivisibili, importanti e necessari i punti che l'Agcm ha inserito nelle Proposte ai fini della Legge Annuale per il Mercato e la Concorrenza in tema di farmaceutica.
Riguardano in particolare la distribuzione al dettaglio (le farmacie), ma il loro impatto coinvolgerebbe giustamente anche la produzione.
L'auspicio è che la versione finale della Legge li inglobi tutti e che, in più, essa preveda anche il superamento dei limiti di accesso alla proprietà e del divieto di incorporation.
Gli effetti più positivi - pro efficienza, pro occupazione - verrebbero proprio dal combinato disposto di una riforma ad ampio raggio.
Questa è la prima proposta che Reforming avanza nella nota.
Ce n'è anche una seconda, di carattere più generale.
Fare delle Proposte dell'Agcm un momento di raccordo istituzionale, indirizzandole non solo alle Camere, al Governo e al Ministero dello Sviluppo Economico, ma anche alla Corte Costituzionale.
Gli ultimi dieci-quindici anni sono fitti di casi in cui le riforme economiche (dagli ordini professionali alle pensioni) si sono scontrate con il vaglio di costituzionalità perché non sono state comprese (non passi, questo, per una mancanza di rispetto istituzionale alla Corte) nella loro logica e nella loro visione di sistema.
È ormai chiaro, a chi analizzi i difficili rapporti tra Legislatore ordinario e Corte Costituzionale anche solo dal 2000 a oggi, che c’è una divaricazione di prospettive e linguaggi che, per il bene di tutti, va affrontata e risolta attraverso passaggi istituzionali codificati e regolari. Dietro questa divaricazione se ne intravedono altre due, in ordine crescente di gravità: tra economia e diritto, tra Costituzione formale e Costituzione reale.
La Suprema Corte potrebbe utilizzare l’Agcm per raccogliere informazioni e delucidazioni tecniche, in definitiva per maturare una visione giuridica nella forma e nella sostanza sulle tematiche in intervento, in modo tale che la Legge non nasca "sconosciuta" al Giudice costituzionale e che questi possa poi utilizzare il bagaglio informativo nei ricorsi su cui si troverà a pronunciarsi.
Per capirne l’importanza di questa evoluzione istituzionale, poniamoci tre domande:
(1) quanto contenzioso è arrivato alla Corte Costituzionale su questioni centrali per le riforme dei mercati e più in generale per le riforme di struttura?;
(2) quante volte la Corte si è trovata a pronunciarsi su questioni tecniche e specialistiche dovendo per necessità “rifugiarsi” nella forma giuridica, non potendo coprire e soppesare gli elementi sistemici e di sostanza?;
(3) quante volte è già accaduto che la Corte abbia valutato non fondati i ricorsi contro quegli stessi aspetti della distribuzione del farmaco che l’Agcm suggerisce di eliminare da tanti anni e reiterati adesso nelle Proposte di riforma concorrenziale?
La Corte Costituzionale si sta trovando a svolgere, suo malgrado, un ruolo di ostacolo alle riforme. Se, con tutte le cautele e precauzioni istituzionali, la si coinvolgesse, non alla fine e sui singoli casi giudiziali spesso ripetitivi ancorché affrontati tutti con gli stessi sopra citati limiti, ma nel momento di formazione dello spunto e della ratio delle riforme e su un documento unico e selezionato come quello dell’Agcm, ne guadagnerebbe sia la qualità delle scelte economiche sia l’affermazione del diritto.
Per di più, avere una Corte Costituzionale “erudita” sulle questioni di regolazione e concorrenza servirebbe anche a responsabilizzare il Legislatore ordinario. Perchè c'è una quarta domanda da porsi:
(4) Quante volte la lentezza o la renitenza del Legislatore ordinario avrebbero potuto essere controbilanciate da ricorsi positivamente accolti dalla Corte?
La distribuzione del farmaco fornisce esempi preclari di ciò.
Di fronte agli equilibri e alle prassi istituzionali maturate nel Dopoguerra, e a cui siamo tutti almeno un po’ affezionati come a parte della nostra storia, un cambiamento come questo può risultare ardito o addirittura profano. La Corte vale la Costituzione. Tuttavia il cambiamento è necessario e va apprezzato nella prospettiva della evoluzione e del perfezionamento delle Istituzioni.
Se questa evoluzione normativa fosse già stata adottata, e la Corte Costituzionale non lasciata sola nella sua turris eburnea, probabilmente di pianta organica e di altri freni allo sviluppo professionale ed economico -che, beninteso, vanno al di là della farmaceutica- ci saremmo liberati già da tempo. Attenzione, è arrivato il momento delle scelte.
Ncs
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