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Indagine sull'Università Nord-Sud
Università e divari territoriali in Italia
Commento a margine della pubblicazione della ricerca di
Fondazione RES: Nuovi divari. Un’indagine sulle Università del Nord e del Sud
di Dario Musolino
Qual è lo stato attuale di salute dell’Università italiana, nelle sue diverse articolazioni territoriali? A questa domanda, risponde lo studio appena realizzato dalla Fondazione RES, e curato da Gianfranco Viesti, sul sistema universitario italiano (“Nuovi divari. Un’indagine sulle Università del Nord e del Sud”). Lo studio fa un’analisi ad ampio raggio e di lungo periodo degli atenei del paese, concentrandosi sulle caratteristiche della domanda di alta formazione (numero e tipologia di studenti, mobilità studentesca, ecc.) e dell’offerta (corsi, docenti, ecc.), sulla produzione scientifica, sul trasferimento tecnologico, e sugli sbocchi occupazionali post-laurea. E mette a fuoco in particolare le differenziazioni territoriali.
Il quadro che ne viene fuori è decisamente sconfortante, e pone inevitabili interrogativi su quale sia ormai lo scollamento tra la presunta importanza attribuita alla ricerca e all’istruzione universitaria nel discorso pubblico, e l’effettivo spazio e ruolo che queste hanno oggi nelle politiche pubbliche del governo centrale.
Un dato su tutti, che non a caso introduce lo studio, colpisce: il ridimensionamento del sistema universitario italiano nell’ultimo decennio, dato dalla riduzione considerevole (circa un quinto) di studenti immatricolati, docenti, corsi e fondi. Come si scrive testualmente, sottolineando l’eccezionalità del dato, “per la prima volta negli oltre 150 anni di storia unitaria, il numero degli studenti si riduce”. E la questione demografica, ovviamente implicata, non risulta essere l’unico fattore esplicativo. Entrano in gioco infatti anche altri fattori, quali il calo degli studenti provenienti dalle famiglie meno abbienti e il crescente scetticismo verso la bontà dell’investimento formativo. Fattori che sono influenti, nonostante il “premio” occupazionale e retributivo connesso alla laurea in Italia continui a rimanere elevato.
Dalle analisi realizzate impressiona poi l’articolazione territoriale di queste dinamiche. Ad essere penalizzate fortemente sono infatti le regioni del Sud, che ospitano sempre più atenei di “serie B”, a fronte di atenei di “serie A“ sempre più geograficamente polarizzati nella mega-city region padana. Fenomeno questo, di carattere evidentemente cumulativo, che compromette il prodursi di tutte quelle esternalità positive, di tutte quelle funzioni potenzialmente virtuose che tipicamente le istituzioni universitarie possono esercitare a beneficio del territorio e del contesto socio-economico locale.
E infine viene esaminata a fondo la questione della decrescente qualità del sistema della ricerca e della didattica. Su di essa grava evidentemente la mancanza di un ben definito disegno strategico di lungo periodo, e la predominanza di rigidi criteri di carriera e di finanziamento (es. realizzazione di articoli scientifici su riviste internazionali in Inglese) che rischiano di marginalizzare l’attività di docenza e di andare per esempio a detrimento, come scrivono gli autori, di “riviste ed editori, tradizioni di ricerca e di riflessione che non rientrano nei parametri Anvur”.
In un’epoca in cui l’investimento in conoscenza è sempre più considerato la chiave di volta per rispondere alle sfide poste dalla globalizzazione e dai progressi che si prospettano in futuro (digitalizzazione, intelligenza artificiale, crescita del contenuto creativo del lavoro, ecc.), è evidente che quanto sta accadendo in Italia, anzi nel territorio italiano, va decisamente in controtendenza. Solo un insieme di coerenti misure e azioni strutturali, mirate per esempio alla ridefinizione delle regole per l’allocazione delle risorse finanziarie e umane tra atenei, all’attrazione e mobilità di studenti e docenti, alla fornitura di strutture residenziali e servizi nelle città universitarie, potrà, secondo gli autori, incidere e auspicabilmente cambiare di segno queste dinamiche.
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