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Alcuni punti per il dibattito sul Mezzogiorno
Il nuovo dibattito sull'utilizzo delle risorse del Recovery Fund ne sta portando in luce uno antico, affrontato a fasi alterne e mai risolto: quello sul divario Nord-Sud e sullo sviluppo del Mezzogiorno.
Servirà essere rapidi e incisivi negli interventi finanziati dal Recovery Fund a favore delle aree meno sviluppate del Paese, come e più di quanto riuscì alla Cassa per il Mezzogiorno negli anni '50 e '60.
La sovrapposizione, e per certi versi l'identificazione, tra questi dibattiti - uno aperto dalla crisi da COVID-19 e l'altro che ci accompagna praticamente dall'Unità - suggerisce forse di provare a rivedere e rinnovare alcuni dei caposaldi con cui è stato affrontato sinora il tema del Mezzogiorno.
Due su tutti.
Spostare il focus dalla rivendicazione di quote della ricchezza prodotta dal Paese anno per anno verso uno sforzo di rigenerazione dell'economia e della società, di cui valutare rigorosamente i risultati. Bisogna agire in fretta, perché, rispetto agli anni '50, il Mezzogiorno oggi non è al centro dell'attenzione internazionale come lo fu col Piano Marshall e con l'allora BIRS - Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo e, soprattutto, nell'odierno contesto globalizzato, i tempi sono molto più stretti, non ci sono più i venti, venticinque anni del Secondo Dopoguerra a disposizione per ottenere risultati sufficienti.
E non avere remore a utilizzare il residuo fiscale tra gli obiettivi intermedi per valutare le scelte di politica economica. Questo cambiamento coraggioso dovrebbe informare da subito i progetti finanziati dal Recovery Fund, i cui risultati devono potersi leggere, nei prossimi anni, anche in termini di riequilibrio strutturale dei residui fiscali, senza timore di pretendere dal Mezzogiorno.
Farebbe bene anche al Nord e al Centro che il Mezzogiorno iniziasse a concorrere alla pari a soddisfare la domanda nazionale e internazionale di beni e servizi, così stimolando l’emersione delle energie migliori in tutto il Paese.
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Nella prima foto: Acquedotto uscente dalla Traversa di Gannano
Fonte: Archivio fotografico del Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto
<< Si capta l'acqua della Traversa di Gannano. Quando ci si chiede come fu possibile il “periodo d’oro” della Cassa per il Mezzogiorno, basta sfogliare gli album dei grandi cantieri su fiumi e torrenti lucani. Sembra storia che non ci appartiene, tanto è forte i il senso originario ed epico di quelle immagini con uomini che aprono la terra e srotolano enormi gomitoli di condotte. La foto è della metà anni '50. >>
Nella seconda foto: L'Ambasciatrice degli Stati Uniti d'America (Claire Boothe Luce) visita i progressi del cantiere della Diga di San Giuliano, finanziato da risorse del Piano Marshall e dalla Cassa per il Mezzogiorno
Fonte: Archivio fotografico del Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto
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