Lezioni di perequazione all'asilo

Le risorse statali per attivare nuovi posti di asilo nido (L 234/2021, art. 1, c. 172), aggiuntive rispetto a quelle del Fondo di solidarietà comunale, sono forse la novità più rilevante da quando nel 2015 è stato avviato lo stesso FSC.

Con l'obiettivo di ridurre il divario di dotazione e utilizzo degli Asili Nido (rapporto tra utenti e platea dei potenziali beneficiari) tra Comuni e soprattutto tra il Mezzogiorno e il resto del Paese, sono rispolverati due strumenti troppo velocemente messi in soffitta dalla riforma costituzionale del 2001 e dal ridisegno della finanza federalista avviato dalla L 42/2009: il vincolo di destinazione delle risorse e il monitoraggio anno dopo anno dei progressi compiuti.

Sollecitata dalla Regione Liguria, la recente Sentenza della Corte Costituzionale, la 71/2023, ha stabilito la legittimità del vincolo di destinazione sulle risorse statali aggiuntive (“verticali”) rispetto alla dotazione del FSC ancorché accorpate allo stesso FSC, e la loro compatibilità con l'articolo 119 della Costituzione, terzo e quarto comma.

Il vincolo di destinazione funziona da garanzia che quelle risorse, che la fiscalità generale, e quindi tutto il Paese, si sforza di mettere a disposizione dei Comuni che lamentano deficit strutturali di offerta di posti di Asili Nido, vadano effettivamente a realizzare il loro scopo.

Se il Mezzogiorno è il principale destinatario di questo sforzo aggiuntivo, esso tuttavia, raggiunge anche molti Comuni del Nord e del Centro. Anzi, se ci si concentra sul gruppo dei Comuni che si trovano davanti alla sfida di avviare da zero il servizio, è al Nord che si apre il maggior numero di possibilità. Questo aspetto è molto importante, perché permette di sganciare la misura da una dimensione esclusivamente distributiva Nord-Sud e di valorizzarla come riforma Paese che permette di riequilibrare i rapporti tra grandi città e territori circostanti. A mano a mano che i Comuni si dotano di nuovi posti asilo e questi sono effettivamente utilizzati, dall’anno successivo questi nuovi posti entrano nel calcolo del fabbisogno standard e delle quote di riparto ordinario del FSC.

Il monitoraggio, dal canto suo, serve a non lasciare più alibi. Se non si sa a chi assegnare la responsabilità del gap di copertura che nei decenni si è venuto a creare per alcuni Comuni, e in generale per il Mezzogiorno rispetto al Centro-Nord, e neppure si sa a chi assegnare la responsabilità di non aver sollevato e affrontato il problema prima (anche molto prima dell’attivazione del FSC), nei prossimi mesi e anni sarà invece possibile identificare le responsabilità di non avere messo a frutto le risorse aggiuntive di scopo che adesso sono stanziate.

Sarebbe un cattivo segnale che ci si augura di non trovare nei dati di monitoraggio dei nuovi posti asilo del 2022 che dovrebbero essere resi pubblici nelle prossime settimane. Ci si augura invece che arrivi un chiaro messaggio di Comuni e Mezzogiorno in movimento e, parafrasando Marco Esposito, che scompaiano gli “Zero al Sud” e gli zero ovunque.

             Red. Ref., 20 aprile 2023