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Dai residui inesistenti al federalismo monstre
Il federalismo differenziato, così come messo nero su bianco nel progetto di riforma, è un salto nel buio, ma forse meritano uno sforzo di comprensione in più le motivazioni alla base della cosiddetta “secessione dei ricchi” del Ddl “Calderoli”.Con LEP ancora da definire e potenzialmente molto ampi (gli standard di un Paese occidentale avanzato), e con la scarsa nulla capacità dimostrata lungo un quarto di secolo nel sapere fissare punti di partenza solidali e alla portata e successivi percorsi di graduale miglioramento, le Regioni più ricche temono che le risorse necessarie a realizzare i LEP implichino un significativo aumento della pressione fiscale e dei trasferimenti permanenti che, attraverso il sistema fiscale e l’interposizione dello Stato, dalla parte di più ricca del Paese affluiscano al Mezzogiorno.Anzi, nell’ultimo quarto di secolo è apparsa a tratti, non la difficoltà a trovare un equilibrio tra LEP e risorse disponibili, ma addirittura la non disponibilità assoluta a trattare sui LEP, come se in Costituzione fosse già scritto che debbano essere fissati da subito al perimetro massimo ipotizzabile, e che ogni controllo di sostenibilità finanziaria costituisca di per sé un atto anticostituzionale. Si pensi, per fare solo un esempio, al dibattito sulla selettività di accesso alle prestazioni e sull’universalismo selettivo.Questa comprensione del disagio delle Regioni più ricche andava maturata anni fa, subito dopo la riforma costituzionale del 2001, e convogliata su progetti di riforma unitari sensati, con più spazio alle autonomie ma senza arrivare alla prospettiva di scollamento in tanti tasselli semoventi come purtroppo avverrà con "Calderoli". Invece si è andati avanti discutendo e spesso scontrandosi sui LEP senza sapere effettivamente quali fossero e quanto costassero, e contemporaneamente relegando a un piano puramente contabile o addirittura astratto ed economicamente infondato il residuo fiscale.Se ne discute in questa RN, "Dai residui fiscali inesistenti all’autonomia differenziata monstre", partendo proprio dal residuo fiscale.Tanto si negò la rilevanza economica dei residui fiscali tra territori, che arrivò, votata dal Parlamento e quindi perfettamente lecita come leciti restano comunque i residui qualunque entità essi assumano, un riforma monstre che, se non bloccata, indebolirà l’ossatura unitaria del Paese, a scapito di tutti.18 marzo 2024, Red. Ref.Allegati
- Rapporto finale della Commissione "Cassese" (.pdf, 839 Kb)
- Ddl "Calderoli" (versione esaminata dal Senato) (.pdf, 11,3 Mb)
- Paper n. 93/2023 dell'ASTRID, "L’autonomia regionale differenziata e la sua attuazione: questioni di procedura e di metodo" (.pdf, 275 Kb)
- Sintesi di RN - 18 marzo 2024 (.pdf, 970 Kb)
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