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La Proposta "Damiano-Polverini" per le Pensioni
La metodica migliore per correggere in senso attuariale pensioni e quote di pensioni retributive - e così rendere fattibile il pensionamento flessibile in un intervallo di età - è il ricalcolo contributivo integrale. È operazione laboriosa e forse non sempre fattibile.
La proposta “Damiano-Polverini” sceglie un approccio più semplice e percorribile. Quanto più distante il lavoratore è dall’età standard o dall’anzianità standard per il pensionamento, tanto maggiori sono gli abbattimenti che deve accettare se vuole pensionarsi subito. Parallelamente, quanto più il lavoratore oltrepassa gli standard, tanto più è premiato con incrementi della pensione. Lo sforzo importante di questa proposta è, tuttavia, ridimensionato da due aspetti insoddisfacenti:
(a) non è ben chiaro come siano calcolati i coefficienti di abbattimento/premio;
(b) i coefficienti sono applicati, non già alla pensione che si otterrebbe se ci si potesse pensionare con le regole retributive tout court senza ricalcoli (la pensione vera e propria), ma a quella che sarebbe stata la pensione se si fossero raggiunti i requisiti massimi o pieni (il valor massimo teorico della pensione).
In questo scritto si prospetta una soluzione alternativa, che rimane nel solco tracciato dalla meritevole proposta DP ma che, nel contempo, prova a evitarne le criticità:
- Si individuano un’età anagrafica standard e una anzianità contributiva standard;
- Si definisce distanza dallo standard il minor valore tra la distanza dell’età effettiva dall’età standard e la distanza dell’anzianità effettiva dall’anzianità standard;
- Se il lavoratore sta al di sotto dello standard, per andare in pensione può “acquistare” gli anni che gli mancano rinunciando ad altrettanti anni di anzianità già maturati e valorizzati secondo la sua retribuzione pensionabile effettiva;
- Se il lavoratore sta al di sopra dello standard, gli anni in più gli vengono accreditati come altrettanti anni di anzianità, che si aggiungono a quelli effettivamente maturati e vengono valorizzati, come gli altri che già ha, secondo la sua retribuzione pensionabile.
Di fatto, questa regola di correzione è, se si vuole, molto semplice.
Se ci si vuol pensionare x anni prima dello standard si deve rinunciare a x anni di anzianità; se ci si pensiona x anni dopo lo standard si guadagnano x anni di anzianità.
La retribuzione pensionabile che serve per valorizzare l’anzianità è sempre quella vera, effettivamente calcolabile al momento in cui il lavoratore decide di cessare l’attività di lavoro e la contribuzione.
In termini ancora più concreti, chi desidera accedere alla pensione anni prima dei requisiti standard rinuncia ad altrettanti anni di contribuzione (che non entrano più nel calcolo della pensione retributiva) e li utilizza per pagare l'anticipo.
Se lo standard di età anagrafica è 66 e lo standard di anzianità contributiva è 41 (come in DP), la tabella seguente descrive i correttivi da applicare per ogni combinazione di età-anzianità:
La quantificazione può essere ripetuta a partire da standard diversi, quelli ritenuti quelli più opportuni a ricreare proporzioni ragionevoli e sostenibili tra la porzione attiva della vita umana e la porzione non attiva in cui si ha accesso alla pensione.
Ai fini della discussione parlamentare del Progetto di Legge DP, si propone che, fermo restandone l’approccio, la regola per quantificare i correttivi da applicare alle pensioni e alle quote di pensioni retributive possa essere quella descritta in questa RN, con annessa tabella di coefficienti di abbattimento e di premio. Nulla esclude che, in fase applicativa, la tabella sia utilizzata in maniera asimmetrica, e si considerino solo i coefficienti negativi per correggere al ribasso, mentre restino invariate agli importi originari le pensioni che in linea teorica meriterebbero un aumento premiale.
L’applicazione asimmetrica permetterebbe di salvaguardare meglio le esigenze di contenimento della spesa, nel frattempo permettendo di avviare flessibilità di uscita dal lavoro e di accesso alla pensione a partire da 62 anni di età e 35 anni di contribuzione.
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Con questa sono tre le proposte avanzate da Reforming per il ricomputo delle pensioni e delle quote di pensioni retributive.
La prima proposta è visionabile qui.
La seconda proposta è visionabile qui.
Sarà interessante, come prossimo passaggio, verificare se si può ricavare una matrice di coefficienti di correzione che possa definirsi di "consensus" tra le tre proposte avanzate.
Ncs
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