Le prove generali

PENSIONI NELLA LEGGE DI BILANCIO - I monitoraggi dell’INPS sui canali di uscita anticipata a requisiti ridotti, come l’”Opzione Donna” e in particolare la “Quota 103”, mostrano che il loro impatto sui conti può rimanere di entità gestibile e accomodabile nei conti pubblici, se sono fissati opportuni paletti e se c’è l’effetto responsabilizzante del ricalcolo contributivo integrale. Quest’ultimo implica l’estensione a chi intende avvalersi dei canali a requisiti ridotti delle stesse regole di calcolo già in applicazione da tempo per coloro che hanno iniziato a lavorare dal 1996 in poi. Di più non ci si può permettere, alla luce dell’elevata spesa pensionistica, dell’incidenza sul PIL ancora in crescita nel prossimo decennio (per via della cosiddetta “gobba”), delle condizioni di sofferenza dell’economia e dei conti pubblici, e soprattutto dell’urgenza di finanziare adeguatamente capitoli di spesa sociale gravemente sottodimensionati, come la sanità acuta e di lungodegenza (“LTC”), la lotta diretta alla condizioni di povertà, l’istruzione sin dalla prime fasi della scuola, e più in generale i livelli essenziali delle prestazioni sul territorio. Nella lotta alla povertà rientrerebbero a pieno titolo anche i miglioramenti dell’Assegno sociale e del Trattamento minimo (anche al di là di quanto la legge di bilancio fa con la misura sulle pensioni minime all’articolo 25). Nella assistenza di tipo LTC, invece, rientrerebbero a pieno titolo le prestazioni dirette di cura e supporto per quelle stesse situazioni di bisogno sofferte in prima persona o da familiari a carico e che costituiscono condizioni per avvalersi della “Opzione Donna”.

Il confronto delle stime riportate nelle Relazioni tecniche delle Leggi di bilancio per il 2024 e per il 2025 (quest’ultima ancora nel passaggio parlamentare mentre si scrive) fanno emergere valutazioni di impatto prudenti e consolidate sulle quali si concorda. Queste valutazioni possono essere di base per disegnare la strutturazione di un canale a requisiti ridotti dopo tanti anni di proroghe annuali con una gestione di cabotaggio e senza visione di sistema, anzi contro la possibilità per una visione di sistema di farsi strada.

L’auspicabile passo successivo potrebbe essere fare convergere verso un unico canale strutturale l’”Opzione Donna”, la “Quota 103” e il canale di vecchiaia a requisiti ridotti già disponibile per i lavoratori che hanno iniziato a lavorare dal 1996 in poi (i “contributivi”). A quest’ultimo canale, che prevede almeno 64 anni di età e 20 anni di anzianità contributiva, entrambi agganciati alla progressione della vita attesa, più altri significativi paletti come l’importo minimo e il valore massimo, Reforming ha già dedicato una specifica analisi. Con alcune modifiche, magari ribilanciando un po’ i requisiti di età e di contribuzione ma mantenendo la loro progressione nel tempo e gli altri paletti, esso potrebbe essere esteso a tutti.

L’obiettivo dovrebbe essere arrivare ad avere tre canali, quello per vecchiaia, quello anticipato o di anzianità e quello a requisiti congiunti e ricalcolo contributivo integrale, e poi non toccare più le regole per un bel po’ di tempo, almeno sino allo scollinamento della “gobba”.

Per adesso, sul fronte pensioni la bozza di Legge di bilancio per il 2025 è valutabile positivamente. Essenziale, tuttavia, è che alle prove generali faccia seguito la prima.

                    Red. Ref.