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Occupati e ore lavorate in T4-2021
A parità di ore mediamente lavorate per occupato in T4-2019 (il pre-crisi), i comparti che a fine 2021 fanno registrare possibili esuberi di dipendenti, a causa del prolungarsi degli effetti della crisi da COVID-19, sono quattro:
1) industrie tessili, abbigliamento, cuoio, calzature, industria del legno, della carta, editoria;
2) fabbricazione di mezzi di trasporto;
3) commercio all'ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli, trasporto e magazzinaggio, servizi di alloggio e di ristorazione;
4) attività artistiche, di intrattenimento e divertimento, riparazione di beni per la casa e altri servizi.
Il comparto del tessile e dell'abbigliamento (28 mila occupati teorici in più) viene da una crisi di lungo periodo, temporaneamente aggravata da COVID-19 ma indipendente dalla pandemia.
Il comparto della fabbricazione dei mezzi di trasporto appare ancora in difetto ma di aggiustamenti molto contenuti (7 mila occupati teorici in più, circa il 2,6 per cento del totale).
Il grosso dei possibili esuberi riguarda, da un lato, il commercio e l'accoglienza, dove a fine 2021 sono circa 149 mila gli occupati che non trovano riscontro nel monte ore lavorate, e, dall'altro, le attività artistiche e di intrattenimento, dove in linea teorica gli occupati in sovrappiù potrebbero essere (secondo questi calcoli) 123 mila.
Rispetto ai numeri paventati nel 2020 e nella prima parte del 2021, il rischio che lo sblocco dei licenziamenti potesse abbattersi violentemente sul mercato del lavoro può dirsi fugato.
Tra l'altro, i dati della Rilevazione mensile delle forze di lavoro (RFL dell'ISTAT) mostrano che nel mese di gennaio 2022 gli occupati dipendenti complessivi (tutta l'economia) sono diminuiti, rispetto a dicembre 2021, di 8 mila unità, come risultato di un aumento di 24 mila unità tra quelli a tempo indeterminato e una riduzione di 32 mila tra quelli a tempo determinato (stabili invece gli occupati indipendenti).
La valutazione conclusiva potrà avvenire solo tra qualche mese, sui dati di T1-2022 che rifletteranno i cambiamenti sul fronte delle integrazioni salariali (scadenza della causale "COVID-19" anche per i datori di lavoro sino al 2021 non assicurati a CIGO/CIG e riapplicazione del ticket di tiraggio). Tuttavia si può già affermare che - grazie alla causale "COVID-19" e al blocco dei licenziamenti con durata differenziata per industria e servizi - sono state per fortuna disinnescate le conseguenze dirette della crisi da COVID-19 sul mercato del lavoro.
Altri possibili shock si profilano purtroppo all'orizzonte (impennata del prezzo di energetici e granaglie e tutte le altre conseguenze che deriveranno dalla guerra in Europa).
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