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La parasubordinazione
Fonte: elab. Reforming su dati INPSDal 2016 in poi, dopo la riforma "Fornero" del mercato del lavoro e soprattutto dopo il Jobs Act, il numero dei lavoratori Co.Co.Co. si riduce drasticamente.
Come si evince dal grafico qui sopra, nel 2016 sia i Co.Co.Co, a posizione unica (svolgono solo quel lavoro) sia quelli a posizione prevalente (hanno quel lavoro come prevalente ma ne svolgono anche altri) arrivano a quasi dimezzarsi rispetto al 2014, per poi diminuire ancora un po' e assestarsi sul nuovo livello sino a oggi. Le "Altre collaborazioni" sono categoria residuale composta in larga parte da vecchi Co.Co.Pro. che dopo il Jobs Act sono rimasti possibili, a determinate condizioni, solo in alcuni ambiti (come per esempio il settore sportivo e dello spettacolo).
La tavola seguente ne descrive i numeri assoluti (i dati sono sempre di fonte INPS):
Utile anche evidenziare l'andamento della quota di lavoratori Co.Co.Co. già percettori di pensione:
La quota di pensionati resta grossomodo stabile poco al di sotto del 5 per cento per i Co.Co.Co. a posizione prevalente, mentre cresce dall'11 per cento del 2014 a circa il 15 per cento del 2022 per i Co.Co.Co. a posizione unica. Guardando alle "Altre collaborazioni", la quota è sempre al di sopra del 30 per cento per le posizioni uniche, mentre oscilla tra il 10 e il 15 per cento per le posizioni prevalenti.
Infine, per completezza, il grafico sottostante descrive l'andamento delle rimanenti categorie della parasubordinazione. In questo caso si riportano solo i dati delle posizioni prevalenti:
Le prime tre categorie si riferiscono sempre a contratti di tipo Co.Co.Co. ma per figure professionali particolari. Per questa ragione questi Co.Co.Co. sono da tenere distinti dai Co.Co.Co. generali(sti). Semplificando, si può dire che i Co.Co.Co. generalisti sono, all'interno dell'universo Co.Co.Co,, quelli relativamente più vicini al rapporto di lavoro subordinato; i Co.Co.Co. professionali restano, invece, relativamente più vicini al lavoro da libero professionista o da autonomo.
Le citate tre figure professionali sono: i rappresentanti che ricoprono cariche elettive in società, comitati, associazioni, fondazioni, etc.; i laureati coinvolti in attività di ricerca e/o assistenza alla docenza in Dipartimenti universitari o Istituti di ricerca; i professionisti a PIVA ma senza Ordine di riferimento (i cosiddetti "non ordinisti") e i lavoratori autonomi con PIVA e non rientranti nelle Gestioni dell'INPS per Agricoltori e Mezzadri, Artigiani e Commercianti. La quarta categoria è quella del lavoro occasionale o lavoro occasionale accessorio.
Gli interventi degli ultimi anni (in particolare il DL 25/2017 e il DL 50/2017) hanno significativamente limitato le possibilità di ricorrere al lavoro accessorio, dopo periodi di utilizzo eccessivo e indiscriminato, contrario anche a basilari principi giuslavoristici.
Sostanzialmente stabili nel tempo (mediamente 100 mila) sono i Co.Co.Co, per attività di ricerca/assistenza post laurea. In leggera crescita (da poco meno di 400 mila a poco sopra 400 mila) i contratti Co.Co.Co. utilizzati per remunerare i titolari di cariche elettive. In crescita più marcata i Co.Co.Co. professionisti che operano a PIVA, da circa 260 mila del 2014 a poco meno di 385 mila nel 2022.
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