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Il TFR dei pubblici dopo la Corte costituzionale
Dal 2010, per contenere gli effetti negativi della crisi finanziaria, le scadenze di pagamento del Trattamento di fine rapporto dei lavoratori pubblici (TFS o TFR che sia) hanno cominciato a essere riviste in senso restrittivo. Il combinato disposto delle norme sulla liquidazione e di quelle sulla rateizzazione dei pagamenti fa sì che prima che il lavoratore possa vedersi corrisposto l’intero ammontare possano passare anche più quattro anni. Nel frattempo, la rivalutazione del TFR resta ferma al momento della cessazione del lavoro con perdita di valore reale.
Sono intervenute due sentenze della Corte Costituzionale, nel 2019 e nel 2023. Nella lettura che se ne può fare con la lente della Law&Economics, entrambe si sforzano di rigettare i ricorsi di legittimità contra le norme sulla dilazione del pagamento, ma con argomenti che appaiono forzati e inconsistenti e addirittura essi stessi in possibile contrasto con parti della Costituzione. Leggendo le due sentenze, sembra non crederci neppure la Corte. È un paradosso raccapricciante, per esempio, che le dilazioni possano essere giustificate come disincentivo al pensionamento citando l’articolo 81 della Costituzione sull’equilibrio di bilancio, mentre si trascurano completamente gli effetti che esse possono avere sulle dinamiche del mercato del lavoro che coinvolgono in principio tanti altri articoli della Costituzione, e sicuramente l’1, il 4 e il 35. È l’emblema di una società e di un Paese abituati a discutere molto di pensioni e poco di valorizzazione del lavoro; molto di passato e poco di futuro. “Per disincentivare il tuo pensionamento, ti pago con ritardo”.
La Corte non può accogliere i ricorsi perché questo avrebbe effetti immediati e consistenti sulle finanze pubbliche. In assenza di un pronto intervento normativo si aprirebbe il tema spinoso della reviviscenza della precedente normativa, con l’insorgere dell’obbligo a corrispondere il TFR ai lavoratori pubblici che cessano il lavoro ex-nunc e a quelli che l’hanno cessato ex-tunc e che sono in attesa dell’inizio della procedura di pagamento o che hanno solo iniziato a percepire le tranche. Una sentenza di illegittimità, inoltre, aprirebbe la possibilità che, oltre a corrispondere il TFR a chi ne ha diritto secondo i ripristinati termini, la finanza pubblica sia chiamata anche a ristorare i danni economici subiti da tutti coloro che, dal 2010 a oggi, hanno ricevuto i pagamenti in ritardo.
Sintomatico che le due sentenze rigettino i ricorsi, ma chiedano che il Legislatore intervenga urgentemente a risistemare la materia. A fronte di questo, si deve registrare che dal 2019 a oggi il tema non è stato affrontato né dal Governo né dal Parlamento. Tuttavia, la richiesta della Alta Corte non può essere ancora elusa.
Se la prudenza di fronte alle ricadute della giurisprudenza costituzionale sugli equilibri di finanzia pubblica non viene rispettata e valorizzata, si rischiano due esiti stremi, entrambi deplorevoli e con possibili ricadute sui rapporti tra i due Legislatori: o si costringe la Corte a cambiare il tenore della sue pronunce con caducazione immediata dei passaggi normativi non conformi alla Costituzione, aprendo scenari problematici e indefiniti; oppure la si costringe ⎼ e con Lei si costringe tutti noi ⎼ ad accettare che il principio dell’articolo 81 della Costituzione, quando coinvolto direttamente o indirettamente, operi come clausola di forza maggiore e assuma peso preponderante sugli altri principi. In periodi di alto debito pubblico e bassa crescita, e nella prospettiva del ritorno in vigore del Patto UE, non è strada su cui incamminarsi.
Entrambi deplorevoli, il secondo esito sarebbe di gran lunga peggiore del primo, perché l’equilibrio di bilancio sarebbe perseguito non con scelte trasparenti e lungimiranti in Parlamento, ma prendendo tempo, accontentandosi della cassa, e comprimendo surrettiziamente la sfera giuridica dei cittadini. Invece di progredire nel ridurre il divario tra Costituzione formale e Costituzione reale ⎼ tema aperto dalla nascita della era repubblicana ⎼ si andrebbe nel verso opposto.
La RN – 29 gennaio 2024 contiene in allegato una Proposta di legge di riordino in materia di TFR/TFS dei dipendenti pubblici.
Allegati
- Sintesi della RN -29 gennaio 2024 (.pdf, 678 Kb)
- Sentenza CC 159/2019 (.pdf, 101 Kb)
- Sentenza CC 130/2023 (.pdf, 79 Kb)
- DM 79/1997 (.pdf, 98 Kb)
- DPR 1032/1973 (.pdf, 93 Kb)
- Circolare INPS 79/2023 (.pdf, 371 Kb)
- Articolo del Prof. G. Pisauro su arruolamento di professionalità tecniche nei Ministeri (.pdf, 2,2 Mb)
- Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione si esprimono sull'istituto della "reviviscenza" (.pdf, 130 Kb)
- Comunicato della Corte costituzionale in data 23 giugno 2023 (.pdf, 328 Kb)
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