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Perché voto Sì
Di Giuseppe Sacco
Saremo chiamati il 17 Aprile a svolgere uno dei più alti compiti che a mio avviso i Padri costituenti ci hanno assegnato, votare per un referendum. Questo è il momento in cui noi cittadini possiamo direttamente esprimerci senza alcuna intermediazione e dire, in onestà e coscienza, quello che pensiamo. La cosa peggiore che potrebbe accadere è non raggiungere il quorum: significherebbe disinteresse rispetto alle responsabilità. Se ci rifiutiamo di scegliere, non possiamo poi protestare per lo stato delle cose.
Io voterò Sì per una questione di coerenza, forse una motivazione per molti incomprensibile ma per me fondamentale. Il 12 Dicembre 2015 l’Italia ha sottoscritto l'Accordo di Parigi durante il COP21 per “[…] mantenere l’aumento della temperatura media globale rispetto ai livelli preindustriali ben al di sotto di 2 °C, sforzandosi di limitare tale aumento a 1,5 °C, per ridurre in modo significativo i rischi e gli effetti dei cambiamenti climatici”, e per “[intraprendere] un percorso di sviluppo che sia a basse emissioni di gas a effetto serra […]”.
L’impegno non è condizionato a nessuna ragione economica o occupazionale, perché si riconosce l’obiettivo primario e superiore di tutelare il pianeta e la vita come noi la conosciamo, e tramettere questo patrimonio integro alle generazioni future.
È per coerenza con questo impegno che le nove concessioni entro le dodici miglia già scadute e le diciassette concessioni che cominceranno a scadere a decorrere dal 2017 non dovrebbero essere prorogate. Quattro delle diciassette concessioni ancora in vita sono dedicate anche alla produzione di petrolio, mentre la poca informazione oggi disponibile spesso compie l’errore di caratterizzarle esclusivamente come produttrici di gas. Se si fermassero tutte le attività estrattive entro le dodici miglia (e non è questo che avverrebbe anche se vincesse il Sì), rinunceremmo a produzioni trascurabili: meno del 2% del consumo nazionale di gas e meno dell’1% del consumo nazionale di petrolio. Sul punto si veda il contributo di ASPO-Italia: Le bufale sul referendum, del 17 Aprile.
Questa motivazione (il rispetto dell’Accordo di Parigi) è per me è già sufficiente a orientare il mio voto, ma c’è anche altro.
Ritengo un dovere andare a votare e quindi ho letto e studiato per capire meglio le ragioni del Sì e anche quelle del No. Ho tristemente notato che da entrambe le parti si raccontano tante bugie, un po’ per rendere più appetibile la propria posizione, un po’ per screditare la posizione opposta.
Dalla parte del Sì v’è la tendenza all’allarmismo, ad aumentare i rischi legati alla trivellazione/estrazione.
Dalla parte del No compaiono notizie false a volte supportate anche da organismi istituzionali. Un esempio viene dal sito della Società Geologica Italiana, dove nell’articolo on-line “Esplorazione: paure e falsi miti” si tessono le lodi dell'attività estrattiva in Italia a partire dagli anni ‘50 ma si dimentica di citare l'incidente accaduto nel 1991 alla nave cisterna cipriota “Amoco Milford Haven” affondata nel Golfo di Genova; si sottolinea la qualità e l’adeguatezza della tecnologia applicata alla trivellazione/estrazione, anche se per l'ISPRA (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) continuano a esserci malfunzionamenti e sversamenti; si dimentica che ogni anno più di 500 mila tonnellate di greggio finiscono nel Mediterraneo a causa di perdite croniche che si verificano durante operazioni di routine e che, sempre nel Mare Nostrum, c’è la più alta concentrazione di idrocarburi al mondo (38 milligrammi per metro cubo); si sottostima gravemente il pericolo connesso ai fanghi perforanti, che andrebbero invece considerati rifiuti speciali, con alcune loro tipologie che hanno altissima presenza di Cr3 (cromo trivalente, lo stesso elemento che abbondava a Seveso dopo il disastro del 1976). Un'utile lettura può essere il Rapporto ISPRA.
Per concludere le mie motivazioni, ce ne é un’altra, meno importante delle precedenti ma non per questo inutile da segnalare al dibattito: è la quantità di rinvii a giudizio e di condanne per reati amministrativi o ambientali in capo a sostenitori di entrambi gli schieramenti. Nella mia piccola analisi, in questa negativa graduatoria per ora sta vincendo il comitato del No con diverse lunghezze di vantaggio.
Andiamo a votare il 17 Aprile!
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