Rutilio Namatiano

Vengo di lontano, dal principio del V seolo d.C., ma forse ho ancora qualcosa da raccontare.

Qualche informazione in più su di me la si può leggere sulla pagina che mi dedica la Treccani.

Sarei stato conosciuto solo da specialisti di Letteratura Latina, o da appassionati del mondo classico, se un recente (per voi del XXI secolo) film non avesse ridato voce, aggiungendoci un po' di suggestione artistica, alla mia storia privata e pubblica (sono stato Magister Officiorum nel 412 e Praefectus Urbi Romae nel 414 d.C.) e soprattutto al mio viaggio, il mio tentativo di ritorno nelle Gallie per verificare la stato dei luoghi dopo la grande crisi con cui si aprì il V secolo. Il regista del fim è Claudio Bondì e il titolo è lo stesso di una delle mie opere scritte: "Il Ritorno" o "De Reditu Suo".

Altre volte è accaduto che contributi letterari non immaginati per trattare di fatti economici, e neppure scritti come veri e propri romanzi storici che si presterebbero naturalmente a coinvolgere aspetti socio-economici, abbiano parlato anche di economia ai lettori contemporanei ma soprattuto a quelli di epoche successive.

Così è stato, solo per fare alcuni esempi, per i "Promessi Sposi" di Alesssandro Manzoni: si pensi al cosiddetto "tumulto del pane" o "tumulto di San Martino" dopo il calmiere dei prezzi adottato dal gran cancelliere Ferrer, o alle esecuzioni sommarie per le delazioni (spesso fake news) affisse alla colonna infame vicino la Basilica di San Lorenzo, o alle reazioni demagogiche e populiste per rimediare ai danni dei Lanzichenecchi e della peste (a distanza di oltre due secoli, soluzioni anti-politiche e anti-scientifiche le ritroviamo nel dibattito sul COVID-19).

E, per rimanere in tema di epidemie, così è stato anche per "La Peste" di Albert Camus, che descrive le reazioni della popolazione della piccola cittadina di Orano alla diffusione dell'epidemia, tra chi la sottovaluta, chi si barrica in casa, chi grida al complotto, chi prova ad approfittarne per speculare e fare soldi, chi non sa come assolvere alle responsabilità istituzionali e chi le fugge senza porsi il problema, etc..

Anche il "Robinson Crusoe" di Daniel Defoe ha pagine di economia, che possono raccontare i temi e i problemi di una micro comunità nascente formata da due sole persone che devono organizzarsi tra loro. Chi, studente sui banchi delle Facoltà di Economia, non ricorda gli esempi dei problemi di ripartizione del tempo tra lavoro e ozio di Robinson e Venerdì? E chi non ricorda le famose noci di cocco che cadono spontaneamente dalle palme, per giustificare il fatto che, pur senza ore di lavoro, la funzione di produzione può presentare valori positivi di output?

Gli esempi potrebbero continuare. Quante sono le informazioni sulla società, sulle Istituzioni, sulla demografia e sull'economia della Russia zarista nei romanzi di Tolstòj! Ma quello che vorrei dire è che anche nel mio De Reditu ce n'è. Fu un viaggio per capire e raccontare che cosa era successo al nostro mondo che pensavamo così confortevole ed eterno prima di quella crisi che cambiò tutto. O tutto era già cambiato e quella crisi dimostrò la nostra ignoranza e la nostra presunzione? Dietro le rovine delle città e delle campagne scorgevo ogni volta, forse non solo ma sicuramente anche, i nostri ritardi. C'erano le nuove genti, c'era la nuova spiritualità, le nuove filosofie, le nuove teorie e le nuove tecniche, ma soprattutto c'erano le nostre scelte di fronte al futuro.

Credo sia per questo che ho ancora qualcosa da raccontare a distanza di quasi due millenni.

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