Se proprio articolo unico deve essere ...

La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge di bilancio per il 2019 (che per informazione si include come allegato) sollecita una considerazione già fatta altre volte. L'articolo unico (della Parte I relativa alle misure di policy), composto da una sequenza di 1.143 commi senza titolo, rende di difficile consultazione e lettura un documento che, al contrario, dovrebbe annoverare trasparenza e limpidezza di significato tra le sue caratteristiche necessarie.

Se proprio non si può rinunciare all'articolo unico per velocizzare la parte finale del dibattito parlamentare e le procedure di votazione (cosa che tuttavia dovrebbe esser limitata solo a circostanze di massima urgenza e non divenire prassi politica), che almeno si rispetti una regola minima di stesura e organizzazione interna del testo.

L'articolo unico potrebbe prevedere, assieme al "fiume" dei commi che descrivono le misure di policy, anche particolari commi dedicati a separare le macro tematiche affrontate e, all'interno di queste, i diversi ambiti. Tali commi sarebbero utilizzabili anche per costruire un indice più o meno dettagliato del testo di legge.

A titolo di esempio, i commi relativi alla macro tematica previdenziale potrebbero essere compattati in una sequenza preceduta da un comma introduttivo standard del tipo: Comma xxx - Alla luce del dibattito tenutosi in Aula e nelle Commissioni, si ritiene di dover procedere con le seguenti misure in ambito previdenziale descritte ai commi dallo yyy allo zzz.

Inoltre, la sequenza di commi dedicati a una stessa macro tematica (es. previdenza) potrebbe essere inframmezzata al suo interno da vari commi segnalanti l'inizio di una medesima misura di policy (es.: "rinnovo di opzione donna", "rinnovo Ape sociale", "avvio di quota 100", etc.). Anche qui si potrebbe fare ricorso a commi standard del tipo: Comma kkk -  In particolare, alla luce del dibattito tenutosi in Aula e nelle Commissioni, si ritiene di dover procedere con le seguenti misure riguardanti [argomento] e descritte ai commi dallo www allo ppp.

Insomma, non necessariamente le dinamiche di political economy e il ricorso a votazioni di fiducia su lunghi articoli unici devono tradursi in testi di legge privi di una coerente e lineare articolazione tematica interna.

Anzi - verrebbe da dire - quanto più problematiche sono la fase politica e la discussione parlamentare, tanto più le regole redazionali dovrebbero costituire un argine irrinunciabile, parte delle fondamenta comuni da non derogare neppure in presenza di un voto di fiducia con maggioranza più o meno preventivabile.

Il rischio è, altrimenti, di accumulare un corpo normativo sempre più complicato da leggere, applicare, ricondurre a visione di insieme, consultare a distanza di tempo, modificare quando serve.

In una buona normazione la forma e la sostanza sono qualità integrate.