Un guaio ricorrente (dietro la diatriba sul Ddl Zan)

Non potevamo chiederlo che all'Antonio Finazzi Agrò che ha già scritto sul tema della riforma della Curia romana e che è esperto dei rapporti tra Chiesa, Stato, società civile.

Chi sta sbagliando nella diatriba sul decreto "Zan"? E lui ci racconta il suo punto di vista in questo breve contributo scritto.

Pur nella sua brevità, la risposta tocca più piani.

C'è la mossa irrituale e anacronistica della Nota verbale inviata dal Vaticano all'Ambasciata italiana, che porta con sè lo status di una interazione formale tra Stati che fanno riferimento a corpi giuridici diversi.

C'è il timore di molte parti dei cattolici, ma condiviso anche al di fuori del Cattolicesimo, di una marcia troppo forzata e poco approfondita verso un massimalismo laico. Si teme vengano viste sempre più come anomale le posizioni di chi non è disposto a relativizzare spostando l'asticella sempre più in là. Si tratta di un punto serio non derubricabile solo come passatista o di chiusura conservatrice.

Ma c'è anche l'atteggiamento equivoco della Chiesa che, proprio mentre critica il relativismo incipiente, nel suo stesso alveo lascia intravedere posizioni multiple, sia sui contenuti sia sulle modalità con cui i contenuti sono veicolati all'esterno, ai suoi fedeli, ai media, alle Istituzioni dello Stato italiano.

Sembra quest'ultimo l'aspetto che Finazzi Agrò trova più sbagliato: se non è chiaro sino in fondo che cosa la Chiesa lamenti del testo del Ddl "Zan", se non è chiaro se la Nota rispecchi la posizione di Francesco o sia andata oltre il magistero del Papa percolando attraverso il Vaticano, se persino Padre Spadaro (Direttore de "La Civiltà Cattolica") si mostra dubbioso su quello che sta accadendo, allora si perdono i termini del dibattito. Una questione che fosse davvero cruciale per la Chiesa avrebbe dovuto trovare espressione molto più netta e corale.

Ed è proprio per questo che Finazzi Agrò parla di "guaio ricorrente", di un altro capitolo del sempiterno difficile rapporto tra la Chiesa e l'avanzare dei tempi e la modernità. Ma di certa Chiesa - lui tiene a sottolineare - non di tutta; perché sono tanti i momenti in cui è stata la stessa vicenda storica del Cristianesimo a imprimere direzioni nuove.

Questo pasticcio sul Ddl "Zan" sembra ignorare del tutto il nuovo corso avviato dal Pontificato di Francesco, in particolare tutta l’impalcatura spirituale della Evangelii Gaudium, la sua prima Esortazione apostolica che ha chiamato a non assolutizzare in maniera meccanica i principi del Cattolicesimo, lasciando possibilità di declinarli secondo il discernimento degli Episcopati locali.

Forse potrebbe essere proprio questa la parola risolutiva, <<discernimento>>: dare valore al singolo caso, alla singola esperienza umana ancor prima che si trasformi in una fattispecie giuridica.

La Chiesa è grande e non c'è discernimento in cui non possa vedere i dettagli più intimi e più rilevanti.