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Storia delle Unioni Monetarie
Gli ultimi due secoli contengono numerosi esempi di unificazioni monetarie, nazionali e multinazionali. Capirne la storia, le alterne fortune e, in alcuni casi, le dissoluzioni può essere di aiuto per le scelte riguardanti l'Europa e l'Euro.
La moneta è uno strumento non un fine per sè. Le esperienze storiche insegnano che se c’è l’entità politica che la usa, la moneta è utile e vive; in caso contrario non è la moneta che può partorire un progetto di società e costituirne la ragion d'essere. “The major driving forces behind the establishment of national monetary unions as well behind their dissolution are political ones”.
L'Area Euro nasce, invece, da una "inversione". Non che mancassero basi politiche per l’Europa, ché anzi l’idea di Europa unita viene da lontano; ma per favorire e velocizzare il processo di convergenza e di consolidamento politico dell’Europa, si è “mandata avanti” la moneta, la si è utilizzata come fattore catalizzatore. Ci si aspettava che i vantaggi economici della moneta unica dessero slancio decisivo alle politiche europeiste. La speranza era anche che, favoriti dalla moneta unica, gli spostamenti internazionali di lavoratori, professionisti, studenti e giovani facessero nascere gli Europei. Si è chiesto alla moneta di “trainare” la politica, anche se la Storia ci ha sempre fatto vedere, almeno sino a oggi, la moneta scelta dalla politica e modificata dalle evoluzioni politiche. Ed è così anche per la troppo ampia area geografica che non corrisponde ai connotati dell'optimal currency area à la Mundel. L’Euro è stato utilizzato come uno strumento di avvicinamento, di cooptazione, per poi stimolare convergenza politica e istituzionale del lato Est e tenere assieme l’intero continente.
Se si accetta questa lettura, le debolezze congenite dell'Euro e dell'Eurozona più che errori sono incompletezze di “cantiere”, che spettava alla politica colmare il più rapidamente possibile, individuando soluzioni e strade da percorrere. Tutto questo non è avvenuto e, alla prima grande prova che l’Area Euro si è trovata davanti, le incompletezze sono diventate errori e debolezze di struttura, e le diversità tra Paesi si sono tradotte in reazioni divergenti e spesso incompatibili alla crisi. Un déjà vu negli ultimi due secoli.
Che cosa fare? Ci si trova di fronte a uno di quei passaggi evolutivi già osservati in passato e dai quali le Istituzioni e l’ordine monetario sono usciti o progrediti e rafforzati o dissolti e modificati in qualcosa d’altro. Adesso tocca alla politica testimoniare che c’è la volontà di andare avanti nella costruzione di una entità paneruopea con moneta unica l’Euro.
“[The] process [of consolidation of the monetary union] will continue as long as the political will to maintain the union is present. Once it disappears, the Emu may break apart. Judging from the history of national monetary unions, such an outcome appears likely only under extreme circumstances”.
Probabilmente la più grande crisi economica dopo quella del 1929 può essere ritenuta una circostanza estrema. La politica deve provare a essere più forte delle difficoltà e più generosa, guardando il più possibile al futuro e alle generazioni dei giovani Europei.
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